TIROIDECTOMIA CON BISTURI AD ULTRASUONI
 
 
Fattori prognostici

La prognosi del carcinoma differenziato è migliore per i pazienti di età inferiore ai 40 anni senza estensione extracapsulare o invasione vascolare. L’età sembra tuttavia essere il singolo fattore prognostico più rilevante. L’importanza prognostica delle metastasi linfonodali è ancora controversa. Alcuni studi retrospettivi hanno individuato nel sesso femminile, nella multifocalità e nella metastatizzazione linfonodale i fattori prognostici favorevoli del cancro differenziato, mentre l’età maggiore di 45 anni, l’istologia follicolare, il diametro del tumore primitivo superiore ai 4 centimetri, l’estensione extratiroidea (T4) e le metastasi a distanza rappresentano fattori prognostici negativi. Altri studi tuttavia hanno dimostrato che la metastatizzazione ai linfonodi non ha alcun effetto sulla sopravvivenza o addirittura la peggiora.

Il riscontro postoperatorio di un elevato valore di tireoglobulina sierica in condizioni di ipotiroidismo o sotto stimolo con TSH ricombinante rappresenta un marcatore inoppugnabile di recidiva o persistenza di carcinoma differenziato.

L’espressione del “tumor suppressor gene” p53 è stata associata con una prognosi sfavorevole.





Secondo il sistema AMES (age, metastases, extent, size) sono considerati a basso rischio i pazienti con carcinoma differenziato di età inferiore ai 50 anni per le donne e ai 40 anni per gli uomini, senza evidenza di metastasi a distanza. Ancora nel gruppo a basso rischio vanno inclusi pazienti con tumore inferiore ai 5 centimetri, con carcinoma papillare senza evidenza di estensione extratiroidea o carcinoma follicolare minimamente invasivo. Con questi criteri la sopravvivenza dei pazienti a basso rischio raggiunge il 98% a 20 anni mentre è del 50% per la categoria ad alto rischio.

La prognosi del carcinoma midollare dipende dall’estensione del tumore primitivo alla diagnosi, dalla presenza o meno di metastasi linfonodali e dall’adeguatezza del primo intervento chirurgico. La metastatizzazione alle ossa rappresenta un fattore prognostico altamente sfavorevole, mentre la progressione a livello epatico può essere compatibile con lunghe sopravvivenze. La sopravvivenza globale dei pazienti con carcinoma midollare è dell’86% a 5 anni e del 65% a 10 anni.

Il carcinoma anaplastico è a prognosi invariabilmente infausta, quasi sempre entro l’anno dalla diagnosi.

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